Ilva, indotto e clausola sociale. D’Arcangelo: “Servono ulteriori garanzie”

La partita ILVA non è chiusa. Non lo è perché opportuno mantenere alta la guardia sugli accordi sottoscritti, ma non lo è, soprattutto, perché c’è un capitolo, quello legato ai lavoratori degli appalti, che secondo noi merita ulteriori garanzie e ulteriore approfondimento.

Giovanni D’Arcangelo, della segreteria provinciale e responsabile del coordinamento politiche industriali della CGIL di Taranto, ad una settimana dalla firma sull’Accordo tra sindacati e Arcelor Mittal, richiama l’attenzione su un tema finora rimasto sullo sfondo.

L’addendum presentato dall’affittuario del siderurgico tarantino e diventato parte integrante dell’accordo – spiega – al punto 8.3 riprende la questione relativa ai fornitori dell’indotto e allo “sviluppo di sinergie relative a iniziative di economia circolare”, ma al tempo stesso ha bisogno di contenuti più dettagliati che mettano proprio i lavoratori e le garanzie che a suo tempo chiedemmo sottoforma di clausola sociale, al centro di questa azione.

Il responsabile delle politiche industriali della CGIL pone poi l’accento su due passaggi chiave.

Mesi fa, a latere dei lavori del CIS, lavorammo come CGIL, CISL e UIL e in stretta collaborazione con Confindustria e i comparti dell’edilizia e della metalmeccanica, su questi aspetti – dice – realizzammo un protocollo e una sorta di vademecum tecnico su come dare forma e sostanza alla clausola sociale. Quei documenti affinavano la strategia messa in atto dal Governo con l’art. 9 del Contratto Istituzionale di Sviluppo, dopodiché elezioni e cambio di governo hanno gelato un percorso – ribadisce – che va al più presto riportato in auge.

Oggi in quel panorama si inserisce anche la richiesta di incontro al MISE formalizzata da CGIL, CISL e UIL a livello nazionale al Ministro Di Maio, proprio per parlare delle problematiche legate all’indotto – continua D’Arcangelo – ed è per questo che proprio dal livello territoriale si dovrà correre incontro a queste opportunità di ulteriore verifica, con in mano il lavoro già fatto qui dove la morsa della crisi rischia di mietere più vittime.

Sarà il MISE o sarà il riattivato tavolo del CIS al momento non ci è dato sapere – spiega ancora il referente della CGIL – ma si guardi subito e con attenzione al mondo degli appalti perché il rischio di un depauperamento di quella forza lavoro per noi è ancora tragicamente presente.

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